ALESSANDRA
CORBETTA
L'UOMO DIVENTATO SAPONE
Alla fine di tutto
non restano bolle.
C’era un uomo,
forse una donna, può darsi un bambino:
stavano tutti dentro al recinto
dove mancavano gli uomini,
le donne,
neppure un bambino
rimasto.
Non c’erano occhi:
in lontananza rantoli,
da vicino niente,
il gelo dentro i forni
tanta futilità inane,
uno squarcio continuo nel cielo,
semplice fumo nero per tutti.
Abbracciava di fucile abbraccio l’oblio
il bene e il male,
così da non esserci più né bene né male:
qualche corpo morto con la vita lasciata altrove,
qualche corpo vivo con la vita lasciata lì,
qualche corpo con ancora il fucile in mano, senza vita, senza morte,
un non-essere banale.
C’era fuliggine e imbottitura per divani,
e tanto, tanto sapone:
ognuno non dimentichi,
nessuno se ne lavi la coscienza
di quel niente
che erano vite umane.