ALESSANDRA
CORBETTA
Traduzione di Alfredo Panetta
SOLEDAD
(Per Alfredo)
Mi metto accanto alla tua solitudine
Anch’io sono solitudine.
Non saremo mai vicini
fino in fondo
perché siamo uguali nel nostro abitarci
con un poco di imbarazzo
e molta smania.
Eppure nel tendere al caduco
guardiamo lo specchio dalla stessa parte,
ci stringiamo ancora la mano
come al primo incontro.
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SOLITUDINI
(Per Alessandra)
Mi mbicinu lenthu lenthu
a’ solitudini tò
pur’eu staju jà.
Non ndi potimu ma’ toccari
adaveru, puru se facimu casa
cu ll’occhji, na nticchjia
pè virgogna e tantu pe’ spilu.
Eppuru, sapendu quantu simu
poca cosa, guardamu
‘u specchjiu d’a stessa vanda.
Ammata ndi sthringimu ‘a manu
po’ temphu chi fudi e c’avi a veniri
tali e quali ò primu mbattiri.
SOLITUDINE
Mi avvicino lentamente/ alla tua solitudine/ anche io abito lì./ Non potremo mai toccarci/ per davvero, anche se facciamo casa/ con gli occhi, un poco per pudore/ e tanto per desiderio./ Eppure, consapevoli dell’effimero/ che siamo, guardiamo/ lo specchio dallo stesso lato./ Ci stringiamo la mano/ per il tempo passato, per quello che sarà/ come al primo incontro.